Non ho mai nascosto il mio interesse e il mio apprezzamento nei confronti della fotografia di paesaggio, sia tra gli autori che osservo che nelle fotografie che scatto. In particolare la visione di un paesaggio aperto, con pochi elementi a interferire con la linea d'orizzonte e nella quale la vastità del cielo sovrasta la Terra, ha sempre suscitato in me emozioni e sensazioni nostalgiche che mi lasciano ipnotizzato davanti ad essa. Per questo motivo la fotografie di Giovanni Chiaramonte sono per me tra le più belle e toccanti che abbia mai visto.
Questo autore abbraccia il tema del rapporto tra i luoghi e il destino della civiltà occidentale durante tutto il suo percorso fotografico. Una tappa particolarmente significativa ed espressiva di questa sua ricerca ce la propone il Centro Culturale San Fedele di Milano, con la mostra "Westwards", dedicata all'indagine fotografica che Chiaramonte effettuò durante un viaggio in America tra il 1991 e il 1992, laddove una volta i pionieri cavalcavano all'avventura alla conquista del West.
Alcune fotografie di Giovanni Chiaramonte tratte dall'opera "Westwards" in esposizione presso il Centro Culturale San Fedele di Milano
Attraverso le 35 fotografie esposte l'autore ci mostra una terra una volta spaziosa e incontaminata, orgoglio di ricchezza naturale, dove oggi l'influenza della cultura occidentale è radicata indissolubilmente. Le strade, gli edifici, le automobili, sono soltanto i più comuni e ordinari richiami alla nostra cultura, ma in queste terre c'è dell'altro, segni più profondi ed espressivi di una società che è cresciuta sulle esperienze e i racconti di un'altra lontana, come il Partenone di Nashville, fedele ricostruzione di quello di Atene, le cui colonne classiche ci ricordano il fondamento greco e latino, oppure le croci che punteggiano l'orizzonte del territorio, simbolo inequivocabile della tradizione cristiana, o ancora il memoriale di Miami dedicato alle vittime dell'Olocausto, che chiude il viaggio del fotografo alle radici dell'Occidente contemporaneo.
Il memoriale di Miami dedicato alle vittime dell'olocausto, fotografia di Giovanni Chiaramonte dall'opera "Westwards", 1991/1992
Il lavoro di Chiaramonte in America apre diversi percorsi d'analisi, da una parte c'è la questione dell'irradiazione della cultura occidentale, dall'altra il fascino che queste terre mantengono ancora nonostante la "contaminazione" dell'uomo. In merito alla prima indagine Joel Meyerowitz dice:
"Nella tradizione dei grandi esploratori italiani, Giovanni Chiaramonte è sbarcato sulle spiagge del Nuovo Mondo e ha puntato lo sguardo verso Occidente. Dai suoi viaggi riporta racconti di una terra un tempo ricca e spaziosa, ora sfruttata e devastata, un luogo di desolazione fisica e spirituale. Ovunque volga lo sguardo è presente la matrice della civiltà; edifici crollano, carreggiate scivolano nel mare, individui vagano senza meta e il suolo su cui camminiamo è sopraffatto dalla natura. A ingombrare il paesaggio appaiono spenti memoriali di guerra e distruzione - aerei da caccia e granate di cannone - utilizzati come giochi per bambini o decorazioni di parchi. Guardare verso occidente simboleggiava un tempo scoperta e speranza. Nuove conoscenze sulle meraviglie del mondo attendevano quanti erano così coraggiosi da intraprendere il viaggio. Chiaramonte, curioso quanto i suoi predecessori, sembra dirci: “Questa terra straordinaria e avvincente eccita il mio occhio e la mia mente, però qui è rimasto poco che riesca ad accendere ancora la speranza”. Potrebbe aver ragione e per questo mi fa piangere. Viene da una cultura bimillenaria dove i valori della famiglia e della comunità, del dialogo e degli affetti nella vita quotidiana sono ritenuti importanti. Attraverso i suoi occhi, l’America si rivela come un grande crocevia umano dove avanza l’esperimento di una cultura multinazionale e dove questi valori sono stati quasi del tutto recisi dalla dura realtà della vita moderna. Quale testimone di questa lotta egli sembra lanciarci l’ammonimento a non sottovalutare le conseguenze del desiderio sviato, del materialismo e dell’individualismo." Joel Meyerowitz.
Delle considerazioni tanto vere quanto preoccupanti, e una personalità sensibile come quella di Meyerowitz sembra risentirne particolarmente. E' interessante però osservare l'affermazione della cultura occidentale anche attraverso uno sguardo più ingenuo e positivo. L'insediazione dell'uomo nella natura ha dato vita a scenari di straordinario fascino, che fondono in essi elementi architettonici, urbani, e tecnologici, con elementi naturali e paesaggistici. La fotografia che segue ne è un chiaro esempio; lo spettacolo di un fenomeno naturale come il fulmine viene catturato dalla maestria fotografica di Chiaramonte in un contesto urbano, dove il legame con l'automobile ha un'impatto compositivo ed espressivo straordinario.
Fotografia di Giovanni Chiaramonte tratta dall'opera "Westwards" in esposizione presso il Centro Culturale San Fedele di Milano
Anche le stesse fotografie della strada potrebbero essere rivestite di concetti positivi quali il viaggio, l'esplorazione, l'avventura, in una terra che nonostante l'avidità umana e le conseguenze della modernità, continua ad essere ricca di fascino e di paesaggi suggestivi.
Mi viene spontaneo osservare le fotografie di Chiaramonte con quest'occhio un pò ingenuo e sognatore che caratterizza tra l'altro la mia personalità, piuttosto che con un attenzione più critica e razionale come fa Mejerowitz.
Giovanni Chiaramonte è senza dubbio uno dei miei autori fotografici preferiti, ed ho apprezzato davvero moltissimo "Westwards", ancora in esposizione fino al 20 Febbraio e che io consiglio calorosamente a tutti di vedere.
La fotografia che più mi ha emozionato finora durante questo percorso, in un luogo che da sempre mi affascina e che un giorno vorrei poter visitare e fotografare a mia volta.
Cogliere il paesaggio e l'evento quotidiano come fa Chiaramonte sarebbe per me un'obbiettivo importante da raggiungere, e per questo mi impegnerò al massimo per poterci riuscire.
Riccardo Scarparo
Ciao sono anni che cerco l'autore di una foto che mi aveva colpito ad una mostra e ho finalmente scoperto essere di Chiaramonte. Penso sia della collezione Westwards ma non ne sono sicuro. Sono disposto a comprare il libro ma volevo sapere se mi confermi che si trova lì dentro. Grazie!
RispondiEliminaLa foto in questione è sulla copertina di questo libro:
https://www.amazon.it/meta-via-Racconti-scelti/dp/8817078506/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=kafka+la+meta+e+la+via&qid=1612176252&sr=8-1