Le lezioni della scorsa settimana ci hanno introdotto una delle modalità più interessanti e allo stesso tempo complesse della fotografia, quella del ritratto.
Charles Baudelaire ritratto da Étienne Carjat nel 1863
Tutti possono scattare una fotografia ad una persona, ma non tutti possono realizzare un ritratto fotografico.
Riuscire a restituire nella nostra fotografia le emozioni e le sensazioni del soggetto nella maggiore naturalezza possibile non è così semplice, occorrono infatti grandi capacità ed esperienza per poter mettere il nostro soggetto nelle condizioni ideali per essere fotografato, e naturalmente una buona predisposizione di base facilita il tutto.
Come non serve una macchina fotografica professionale per realizzare una bella foto, non è necessario scattare una fotografia ad una modella per ottenere un bel ritratto. Ogni persona è interessante, ha una personalità e delle caratteristiche che possono essere portate a galla nello scatto fotografico, e sta alla bravura del fotografo riuscire in questo, che non può quindi scaricare la colpa di un cattivo risultato sul suo soggetto. Ci sono aspetti psicologici che devono essere tenuti in considerazione quando ci si affaccia in questo tipo di fotografia, e che sono fondamentali per instaurare un buon rapporto con il soggetto che si intende ritrarre.
Nikon School ha riservato una sezione del suo sito internet proprio per illustrare in maniera semplice ma esaustiva l'atteggiamento da adottare quando si realizza un ritratto fotografico, non solo in relazione al rapporto con il soggetto, ma anche con la luce e l'ambiente
Prendendo spunto da quanto appreso poco prima, nella seconda parte della lezione i miei compagni ed io ci siamo cimentati in un'esercitazione di ritratto, allestendo un piccolo set fotografico tra i vestiti e i modellini della classe di sceneggiatura.
In questa occasione abbiamo potuto usufruire di un buon quantitativo di attrezzatura, come cavalletti, flash, e pannelli diffusori, ma è possibile realizzare dei buoni ritratti anche con meno strumenti, oppure servendosi di alcuni espedienti sostitutivi alla portata di tutti come lampade, fogli bianchi e quant'altro. Trovandosi il nostro set all'interno di una classe accademica mirata principalmente all'insegnamento non potevamo disporre dello stesso controllo della scena e dell'illuminazione che potrebbe fornire uno studio fotografico vero e proprio, ma tuttavia con l'esperienza e l'intraprendenza congiunta di tutti abbiamo ottenuto dei risultati soddisfacenti. Per ognuno degli scatti realizzati si è poi resa necessaria un'elaborazione attraverso Lightroom, con la quale abbiamo potuto intervenire su diversi elementi quali la temperatura, troppo calda a causa dell'illuminazione artificiale, e i valori espositivi parziali, ed abbiamo potuto attribuire una nostra interpretazione personale al lavoro svolto.
Nel seguente video il professor Laera ci illustra sinteticamente i vari passaggi di questa operazione
Nella mia esperienza personale ho fatto pochissime fotografie di ritratto, e questa esercitazione mi è stata particolarmente preziosa non soltanto perché mi ha aiutato a rompere un pò quella barriera invisibile che mi blocca quando punto l'obbiettivo della mia macchina su una persona, ma anche e soprattutto perché mi ha divertito ed emozionato, spingendomi di conseguenza a volermi cimentare nuovamente nel ritratto fotografico.
Pian piano sento maturare in me una sicurezza sempre maggiore quando impugno la macchina fotografica, che spinge e sprona il mio interesse verso un numero sempre crescente di modalità di indagine e percorsi di ricerca.
A questo proposito, durante la mia abituale escursione fotografica del fine settimana, ho voluto riprendere quanto appreso durante le lezioni integrando nella mia documentazione per immagini alcuni scatti di autoritratto.
Ora che quella piccola rocca dentro di me ha iniziato a smuoversi sento di poter lavorare in modo più naturale e spontaneo con le persone, aprendomi la strada oltre che a nuove soluzioni interpretative anche a nuove emozioni tutte da scoprire e sperimentare.
Nel seguente video il professor Laera ci illustra sinteticamente i vari passaggi di questa operazione
Nella mia esperienza personale ho fatto pochissime fotografie di ritratto, e questa esercitazione mi è stata particolarmente preziosa non soltanto perché mi ha aiutato a rompere un pò quella barriera invisibile che mi blocca quando punto l'obbiettivo della mia macchina su una persona, ma anche e soprattutto perché mi ha divertito ed emozionato, spingendomi di conseguenza a volermi cimentare nuovamente nel ritratto fotografico.
Pian piano sento maturare in me una sicurezza sempre maggiore quando impugno la macchina fotografica, che spinge e sprona il mio interesse verso un numero sempre crescente di modalità di indagine e percorsi di ricerca.
A questo proposito, durante la mia abituale escursione fotografica del fine settimana, ho voluto riprendere quanto appreso durante le lezioni integrando nella mia documentazione per immagini alcuni scatti di autoritratto.
Ora che quella piccola rocca dentro di me ha iniziato a smuoversi sento di poter lavorare in modo più naturale e spontaneo con le persone, aprendomi la strada oltre che a nuove soluzioni interpretative anche a nuove emozioni tutte da scoprire e sperimentare.
Autoritratto, Quarto Oggiaro, gennaio 2014
Riccardo Scarparo
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