Tra le varie tipologie di fotografia, quella di paesaggio è senza dubbio tra le mie preferite, e ciò che mi attingo a fare questa sera è proprio un lavoro analitico della fotografia paesaggistica attraverso lo sguardo di tre grandi autori: Ansel Adams, Franco Fontana, Joel Meyerowitz.
Ansel Adams è il meno contemporaneo dei tre, la sua attività fotografica si concentra prevalentemente nella prima metà del XIX secolo, e gran parte dei suoi scatti hanno come tema principale la natura.
Le seguenti fotografie sono state scattate da Ansel Adams all'interno del parco Nazionale del Grand Teton,
Wyoming USA, 1942
Wyoming USA, 1942
Ciò che più mi colpisce della fotografia di Adams è la sua incredibile capacità compositiva; la bellezza del paesaggio è riportata magistralmente tramite un'attenta scelta dell'inquadratura e un notevole lavoro sulla luce. Ogni elemento raffigurato contribuisce a bilanciare visivamente la fotografia, andando a soddisfare ogni eventuale vuoto ed eliminando ogni possibile disturbo. In tutte le sue fotografie percepisco un lungo e meticoloso atteggiamento di studio e preparazione della scena, pensiero che trova fondamento anche nel fatto che Adams fu l'ideatore del sistema zonale, grazie al quale riusciva ad avere maggiore controllo sugli effetti della luce nella sua fotografia. La forza espressiva di questo grande autore a mio parere è proprio nel controllo della luce, che riesce ad assemblare nelle varie sfumature per costruire una composizione paesaggistica incredibilmente realistica e di grande effetto.
Franco Fontana, che entra nel mondo della fotografia dai primi anni '60, a differenza di Adams inserisce il colore nelle sue composizioni, e lo fa in un modo molto particolare e subito riconoscibile.
Le seguenti fotografie sono state scattate da Franco Fontana negli anni '70/'80
Si potrebbe dire che il vero protagonista delle fotografie paesaggistiche di Fontana non è il paesaggio ma bensì il colore. Gran parte delle sue fotografie sembrano dipinti, i colori sono così accesi che non sembrano reali; eppure sono tutte situazioni esistenti, che Fontana rielabora personalmente attraverso la luce. Gran parte dei suoi paesaggi sono radure sconfinate, prati, campi, che con la loro uniformità gli permettono di distribuire il colore attraverso la luce come se fosse una pennellata. Anche nelle fotografie urbane Fontana focalizza la sua attenzione su superfici omogenee, terreno fertile per la sperimentazione della luce e del colore. Questa è certo un'interpretazione molto più personale e meno documentativa rispetto a quella di Ansel Adams, Fontana gioca molto sul concetto di realtà ed astrazione, l'illusione di una tela dipinta che però resta ancora alla realtà per la sua vera natura.
Il lavoro fotografico di Joel Meyerowitz coincide grosso modo con gli anni di attività di Franco Fontana. Tra le sue fotografie ho trovato particolarmente interessanti quelle scattate nel 2003 in occasione di un viaggio in Italia, dove ebbe modo di documentare il paesaggio rurale toscano.
Le seguenti fotografie sono tratte dalla raccolta "Tuscany" di Joel Meyerowitz, 2003
Nelle composizioni di Meyerowitz individuo diversi punti d'accordo con le fotografie di Adams e Fontana. Anche in questo caso il fotografo si è servito del cielo e delle nuvole per conferire atmosfera alle sue fotografie attraverso la luce e i suoi riflessi. In alcuni scatti le scelte effettuate da Meyerowitz ricordano il lavoro di Fontana, caratterizzato da ampi spazi aperti con lontanissime linee dell'orizzonte, tuttavia le intenzioni del fotografo statunitense mi appaiono differenti; non vi percepisco una ricerca della relazione tra astrazione e realtà, ma piuttosto una documentazione paesaggistica del territorio italiano, che non racconta soltanto la superficie e la natura, ma anche il cielo che a mio parere assume un ruolo espressivo e documentativo molto incisivo in questo lavoro di Meyerowitz.
Tre modi differenti di interpretare la fotografia di paesaggio con un punto comune: la composizione della scena attraverso la luce.
Tra il lavoro di questi tre artisti non saprei sceglierne uno e affermare che mi ha emozionato più degli altri; tutti e tre a modo loro ci sono riuscuti, Adams con la "poesia" delle sue composizioni in uno scenario dalla bellezza inequiparabile, Fontana con la positività e il calore che mi ha trasmesso attraverso i suoi colori, Meyerowitz perché ha evocato in me una sensazione di benessere simile a quella che provo quando ripercorro le strade di campagna attorno a casa mia; la zona che descrive Meyerowitz non è proprio quella dove abito io, ma racconta il territorio rurale italiano, un paesaggio ricco di sfaccettature a cui io sono molto affezionato, e che mi emoziona ogni volta con i suoi colori e le sue atmosfere.
Riccardo Scarparo
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