L'Accademia di Brera affascina i suoi visitatori grazie alla sua atmosfera storica e artistica; Passeggiando tra i suoi corridoi sono molteplici gli spunti visivi che tale istituzione ci offre, tra i quali molte opere scultoree raffiguranti vari soggetti. Tuttavia però l'illuminazione presente non rende giustizia a tali opere d'arte, che esposte ad una luce soffusa e piatta risultano poco tridimensionali e dinamiche. Un'illuminazione più contrastata creerebbe delle contrapposizioni tra zone di ombra e zone di luce che renderebbero decisamente più interessante questo spettacolo, valorizzando in modo più incisivo le sculture. Il nostro professore di fotografia ha colto al volo questa occasione per proporci un'interessante esercitazione: come possiamo rendere queste sculture sculture più vive e dinamiche attraverso la fotografia? L'opera su cui maggiormente ci siamo concentrati è il Leone davanti all'ufficio tecnico, che a mio parere è uno dei soggetti più belli tra le sculture dei corridoi di Brera.
Il Leone di Brera con illuminazione ambientale, fotografia realizzata con Canon EOS 550D,
Accademia di Brera Novembre 2013
specifiche tecniche
lunghezza focale 18mm
tempo di esposizione 30''
apertura diaframma 8.0
sensibilità iso 100
note
treppiede
autoscatto 10''
L'illuminazione toglie profondità all'animale, rendendolo quasi disegnato, e questo soggetto in particolare potrebbe ottenere una resa visiva molto più interessante e d'impatto; la criniera per esempio è un'ottimo terreno di sperimentazione per la luce, che può creare contrasti con le ombre per conferire un grande senso di tridimensionalità all'opera. La luce giusta però non c'è e quindi bisogna crearla avvalendosi di strumenti quali torce elettriche, piccoli fari a led, o anche del proprio cellulare se munito dell'applicazione "torcia elettrica". Io mi sono fato aiutare da un compagno del corso di fotografia, che durante il tempo di scatto della mia foto, ha illuminato in diversi punti la scultura con il flash della sua macchina fotografica. In principio ho posizionato la mia macchina sul treppiede, ad una distanza di circa 3 metri dal soggetto, in posizione centrale. Con l'obbiettivo a 18 mm ho messo manualmente a fuoco il Leone, in quanto ho notato che in alcuni precedenti scatti la mia macchina faticava a ottenere una perfetta messa a fuoco automatica; ho poi impostato la sensibilità ISO a 100 per mantenere il maggior dettaglio possibile ed evitare il fastidioso disturbo della grana, l'apertura del diaframma a 8.0, e come tempo di esposizione ho impostato il valore massimo selezionabile dalla mia macchina, 30 secondi. Ho mantenuto un'esposizione sottoesposta di 1 stop, visto che la luce la avrei aggiunta artificialmente in un secondo momento. Infine per evitare ogni tipo di oscillazione ho impostato 10 secondi di autoscatto, e una volta che tutto è stato pronto ho scattato. Nei 30 secondi di esposizione il mio compagno ha scattato diversi colpi di flash, soprattutto nelle zone alte, per creare delle ombre che marcassero quelle già esistenti create dall'illuminazione del corridoio. Una volta scattata la fotografia è stato necessario un intervento con Lightroom per eliminare i colpi di flash e la luce eccessiva, e in questo caso mi sono servito anche di Photoshop per uniformare maggiormente la parete alle spalle del Leone. Il risultato, anche se non perfetto, attribuisce un valore aggiunto a questa scutura, che ora appare nello spazio con un corpo e una tridimensionalità molto più definiti. Questa è stata un'esercitazione molto utile per capire come una fotografia può cambiare a seconda della luce che abbiamo, e come possiamo valorizzare maggiormente i nostri soggetti creando le condizioni luminose adeguate.
Il Leone di Brera con illuminazione artificiale, fotografia realizzata con Canon EOS 550D e ritoccata con Lightroom e Photoshop, Accademia di Brera Novembre 2013
specifiche tecniche
lunghezza focale 18mm
tempo di esposizione 30''
apertura diaframma 8.0
sensibilità iso 100
note
treppiede
autoscatto 10''
messa a fuoco manuale
sottoesposizione di 1 stop
luce artificiale ottenuta con diversi scatti di flash di una seconda macchina
Riccardo Scarparo
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