Quando ho scostato la tenda nera che delimitava la sala espositiva dedicata all'opera di Ragnar Kjartansson, mi sono ritrovato immerso in un'atmosfera che difficilmente riesco a descrivere con le sole parole.
Immagini di "The Visitors" di Ragnar Kjartansson, fotografie realizzate con Canon EOS550D, Hangar Bicocca, Milano Novembre 2013
Il buio della sala interrotto soltanto dalla luce fievole delle nove proiezioni, le correnti musicali che si intrecciano tra loro, la forza espressiva delle immagini proiettate, tutti questi fattori combinati assieme creano qualcosa a cui lo spettatore non può sottrarsi, deve solo lasciarsi catturare, o meglio cullare, dalla creatura di Kjartansson, che entra nell'anima e avvia una moltitudine di sensazioni ed emozioni differenti. Moltissime persone si sedevano a terra davanti agli schermi e guardavano, ascoltavano, si abbracciavano, piangevano, ridevano, insieme o da soli, in un momento di raccoglimento individuale o emozione condivisa. Ognuno dei nove schermi, ad eccezione di uno, ritrae una sola persona in una stanza, che nella sua intimità e fragilità di individuo singolo suona uno strumento che lo sincronizza e lo relaziona con gli altri. In questo modo in "The Visitors", questo il titolo che Kjartansson ha scelto per la sua opera, viene mantenuta sia l'identità individuale che quella collettiva, raggiungendo picchi emotivi straordinari. Mantenendo una posizione centrale viene percepita una determinata melodia d'insieme, ma basta avvicinarsi ad una qualsiasi delle nove proiezioni ed ecco che il suono muta il suo aspetto, diventa personale seguendo le movenze e le scelte della persona raffigurata, rimanendo comunque sempre legato alla visione musicale collettiva. Sulla base di un progetto di gruppo, ognuno dei partecipanti è quindi libero di dire la sua, di emozionare ed emozionarsi alla sua maniera; ed è bellissimo e interessante vedere come ognuno di loro ci riesce, e capire come le nostre sensazioni cambiano a seconda della persona che abbiamo davanti. Nello stare seduti davanti ad una qualsiasi delle scene ritratte ci si accorge che le scelte di Kjartansson hanno tutte un fondamento; la decisione di effettuare le riprese al tramonto crea delle luci che conferiscono ad ogni stanza delle atmosfere particolarmente suggestive, diverse ma legate tra loro attraverso il filo conduttore della musica, che si sposa a meraviglia con ognuna di esse; e così come la luce, anche la scelta delle inquadrature contribuisce al medesimo fine, caratterizzando tra l'altro delle personalità differenti per ognuna delle persone riprese.
Una peculiarità fondamentale di "The Visitors" che concorre al coinvolgimento emotivo dello spettatore è l'altissimo dettaglio delle proiezioni; il nostro occhio non è abituato a questa qualità visiva per i video proiettati, e ciò fa sì che le video proiezioni di Kjartansson possano essere più correttamente definite fotografie in movimento.
Immagini di "The Visitors" di Ragnar Kjartansson, fotografie realizzate con Canon EOS550D, Hangar Bicocca, Milano Novembre 2013
"The Visitors" è un'opera dalla personalità incredibile che consiglio davvero a tutti. Prendetevi del tempo per fermarvi davanti a una o più scene, e lasciatevi trasportare dalle immagini e dalla musica. L'opera di Kjartansson va oltre le definizioni di mostra, esposizione, installazione, nella sua opera Kjartansson si mette a nudo e ci mette a nudo, è una terapia che fa emergere le emozioni più intime e personali radicate in ognuno di noi, e le esalta in un'atmosfera unica, che pur ponendosi in modo incredibilmente reale, appare quasi onirica.
Assolutamente da non perdere.
Riccardo Scarparo
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